
Talvolta non si trovano parole.
Le mani restano vuote,
protese nell'aria, affamate,
in trepidante attesa di venire colmate
da quell'ispirazione che permette
di liberare se stessi,
e imprimere l'anima per sempre
riempiendo con foga
una tela, o un pezzo di carta.
In quei momenti di tetro silenzio,
quando tutto ciò che rimane
è un muto lamento dentro,
allora smettiamo di credere
d'essere poeti, artisti, o scrittori.
E rimangono solo uomini soli.
Le dita, affrante,
afferrano il niente.
Talvolta non si trovano parole.
La mente perde ogni potere
e rimane soltanto il dolore,
senza possibilità di liberazione.
(c) Eleonora Grana, 2009